In questo testo abbiamo deciso di non tradurre il termine sanación perché la parola "sanazione" suona assai strana in italiano, e "guarigione" non rendeva l'idea di "processo in corso" ma veicolava un concetto di risultato ottenuto. La sanación è invece, appunto, un processo collettivo di ricerca di un possibile benessere, di una possibile liberazione.

Nel pensare alla protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani, PBI da sempre cerca di sviluppare quella che chiama “protezione integrale”. Il confronto con le donne difensore, e con le tante organizzazioni femministe che incontriamo nei progetti sul campo, ci hanno permesso non solo di mettere in discussione il modello “militare”di protezione, ma anche di comprendere cosa significa “protezione” in tutte le sue dimensioni. Il fatto è che la protezione integrale va pensata con un approccio politico, cercando di costruire modelli di protezione che mettano in discussione il monopolio dello Stato, i rapporti di potere e l'individualismo, partendo dall’idea che "il personale è politico". In altre parole, la protezione è collegata anche ai legami che creiamo, attraverso gli affetti, le identità, il dolore del corpo, i valori, il legame con la natura ed i simboli. Per questo è importante introdurre la dimensione dei significati, o spirituale, la dimensione corpo-mente-cuore e la dimensione del gruppo. Proteggere noi stesse non è solo sopravvivere, non è solo poter continuare a svolgere le nostre attività in difesa dei diritti, è anche costruire la nostra vita, coltivare i nostri sogni e rafforzare i nostri legami.

La protezione è quindi legata all’aver cura e, fortunatamente, alla "sanación". Proteggersi è creare strumenti per prevenire situazioni dolorose, cioè prendere decisioni di fronte ai rischi del contesto. In contesti di tanta violenza sociopolitica, inoltre, i rischi sono alti, così come gli impatti che hanno su di noi prevenirli o sperimentarli. Per proteggerci, quindi, dobbiamo riconoscere tutto ciò che genera e ha generato in noi la violenza, dando valore a ciò che proviamo e condividendo.

Nella foto sopra: le difensore dei diritti umani Jani Silva (Adispa, Putumayo), Ana del Carmen Martínez (Cavida, Cacarica), Alejandra Garzón (Dh Colombia, Bogotá) e Morelis Arteaga (Comunità di pace di San José de Apartadó) accompagnate da PBI Colombia.

Il 10, 11 e 12 luglio 2022 ci siamo incontrate, in tutto quasi 40 donne, a Città del Guatemala. Alcune di noi venivano dalla Colombia, altre dall'Honduras, dal Messico e da altri luoghi molto lontani dal Guatemala. Alcune avevano 15 anni e altre quasi 70. Alcune indigene, altre nere, meticce o bianche, provenivamo dai territori di resistenza di Abya Yala (uno dei nomi più diffusi con cui i popoli originari chiamano il continente americano per sottolineare che non appartiene a coloro che lo hanno “scoperto”, ndt) e dalle file della solidarietà internazionale. Eravamo in tante a pranzare, dormire, parlare, fare il bagno, camminare e respirare insieme.

Nella foto sopra: rappresentanti di PBI Messico, PBI Guatemala, PBI Colombia e PBI Honduras all'incontro delle donne difensore in Guatemala.

Tutto ciò che abbiamo vissuto ci ha fatto sentire serene, eccitate e accompagnate, potrebbe essere questa la sanación? Potrebbe essere che la guarigione sia nelle nostre mani? nella nostra storia?

 

La sanación è stata un cerchio.

La sanación è stata raccontare vissuti che non avevamo mai detto prima.

La sanación è stata stare insieme abbracciate.

 

Nella foto sopra: María Alejandra Garzón, avvocata difensore dei diritti umani, Dh Colombia.

La sanación è stata la musica.

La sanación è stata il significato, il ricordarci che eravamo lì per qualcosa.

La sanación è stato dire: NON vogliamo quella violenza.

Nella foto sopra: Morelis Arteaga, Comunità di Pace di San José de Apartadó.

La sanación è stata "il patriarcato non se lo aspettava, non si aspettava che ci saremmo incontrate e che avremmo ballato", come ha detto Lorena Cabnal, della Rete TZK'AT (Rete di Solidarietà tra donne indigene femministe comunitarie territoriali di Iximulew - nome indigeno per "Guatemala").

La sanación è stata guardare in alto e vedere gli alberi e il cielo.

La sanación è stata ridere.

La sanación è stata piangere.

 

Nella foto sopra: Jani Silva, difensora dei diritti umani, presidente di Adispa, La Perla Amazónica Zona di Riserva contadina (Putumayo).

La sanación sono state le piante che abbiamo bevuto, mangiato, con le quali abbiamo fatto il bagno e ci siamo massaggiate.

La sanación è stata il sonno.

E tutto ciò, così semplice e allo stesso tempo così trasformativo, è diventato un fuoco di protezione.

Ci sono giorni in cui la protezione più necessaria è quella che ci ricorda che siamo insieme.

 

Grazie a tutte le compagne che lo hanno reso possibile.

Grazie alle compagne di Abya Yala che continuano ad accendersi e ad imparare dal fuoco.